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OPERE COMMENTATE

I MODI INFINITI

L’impulso creativo nasce spontaneo e incoercibile. Il compito dell’artista è trasformarlo attraverso la tecnica, adeguarlo ai codici di rappresentazione e renderlo comunicazione. In questa elaborazione forse perde immediatezza, ma acquisisce efficacia. Uno stesso impulso ha infiniti modi di espressione, dovere dell’uomo è riconoscerlo, selezionare l’unica forma possibile e tradurlo in linguaggio. E creare nuovi codici, se quelli disponibili non sono sufficienti.

Prof. Cristiano Rocchio

CONOSCI TE STESSO

Quando si manifesta, l’intensa e ben disciplinata vita spirituale viene percepita come irrazionale, stravagante e casuale, spesso all’opposto di come è in realtà. Il percorso ascetico comporta chiarezza, fiducia e tendenza al contatto spirituale. Attraverso la tecnica, l’esperienza e l’insopprimibile impulso creativo l’uomo discerne e combina verità e apparenza.

Prof. Cristiano Rocchio

LE FACCE DI UNA MEDAGLIA

Trovarsi catapultati in un mondo dove i criteri di massificazione strutturano la società secondo schemi rigidi e catalogatori. Trovarsi ad essere pedine di un’enorme scacchiera che è la Vita. Sapere di non poter sbagliare mossa per non diventare carne da macello di tutti coloro che giudicano l’apparenza prima della sostanza… Spesso senza pensare. L’opera di Michele diventa analisi, ancora una volta il suo modo di considerare attorno a lui è critico e profondo. Un quadro come il mitologico Giano bifronte, davanti e dietro. Non solo guardare ma saper osservare intensamente. Le due facce della medaglia si contrappongono per differenze di creazione artistica e stilistica. Una medaglia che non si lancia per decidere da quale parte stare, troppo semplice… Non si può affidare al caso la scelta di chi essere e di come essere nel mondo. Michele ci racconta gli aspetti intrinsechi delle decisioni che prendiamo. Libertà o prigione, realtà o finzione, vita vissuta e in diretta o fiction da mandare sugli schermi accontentando ogni volta chi incontriamo. Il quadro è appunto dipinto su entrambi i lati. Una pittura di materia, di sostanza, di colore che individua i nostri modi di essere e pensare. Da un lato i pigmenti si muovono in autonomia, senza ingerenze classificatorie. Simboli di chi ha scelto di vivere ed essere se stesso, allargando i propri orizzonti e manifestando le proprie qualità. Non è anarchia, si badi bene, ma la volontà di essere sinceri, di essere speciali e aperti al confronto. Dall’altro lato gli stessi colori si trovano rinchiusi, senza la possibilità di essere luce per sé e per gli altri ma solamente lumi fiochi senza personalità e spirito critico. I muri neri e rigidi costringono ad essere strumenti. La verità non ha sentieri: questa è la bellezza della verità, che è viva. E l’opera di Michele ci aiuta a percorrere insieme a lui questo sentiero.

Prof. Massimiliano Porro 

ARGO

Da molteplici punti di vista l’artista demiurgo si interroga sulla realtà, l’incoercibile impulso vitale e creativo lo guida nell’interpretazione e lo porta alla libertà espressiva: può creare il soggetto e il codice di comunicazione. Moltissimi occhi sorvegliano gelosi il vitale impulso creativo, ma sono vuoti e uniformi, non riescono a catturarlo, né ad imporgli regole.

Prof. Cristiano Rocchio 

RAPPRESENTAZIONE ELEGANTE DI UNA CONDIZIONE DISPERATA

Il messaggio netto, definito e univoco di ogni opera presuppone un preciso lavoro di analisi e soprattutto di sintesi. Gli elementi della realtà vengono separati nella riflessione e diventano grezzi e inerti, l’ispirazione li identifica e li armonizza nel messaggio, ma richiede l’intervento dell’intelligenza ordinatrice e lo spazio di espressione. Vite parallele nell’universo.

Prof. Cristiano Rocchio 

QUADRANTI E LINEE

Il cartone, materiale povero ma ricco di qualità intrinseche, accoglie l’arte di Michele Cea, i suoi segni, i suoi colori. Non è mai banale ciò che realizza sui diversi tipi di supporto. Non è mai facile da comprendere. Come un moderno Diogene rifiuta le convenzioni sociali, le accattivanti quanto superflue tradizioni e gli inutili desideri di ricchezza. Il vero tesoro giace nella sensibilità con cui l’artista si riscopre bambino e nella volontà di crescere per dare un senso profondo alla propria esistenza e all’universo che lo circonda. In quel blu c’è la maestosità del cielo che grida all’infinito la propria tensione e l’utopia di una libertà assoluta.

Prof. Massimiliano Porro

IL NUOVO ANGELO 2010

L’artista demiurgo, nuovo angelo contemporaneo, non viene scagliato inconsapevole nel futuro incombente. Con lo sguardo al passato e all’avvenire acquisisce conoscenza e celebra il presente e il suo incoercibile impulso creativo e vitale.

Prof. Cristiano Rocchio

COLLABORAZIONE SCIENTIFICA E ARTISTICA

La ragione scientifica e la matematica sono due tra gli infiniti strumenti per la comprensione del reale: riguardano settori limitati e costruiscono un modello funzionante e pervasivo, dal quale la maggior parte dell’esperienza rimane fuori. A volte l’obiettivo viene centrato e la spiegazione scientifica è appropriata, il compito dell’artista demiurgo è completare l’interpretazione di ciò che resta.

Prof. Cristiano Rocchio 

INSOPPRIMIBILE IMPULSO ALLA CONOSCENZA

L’attività razionale occupa gradatamente il reale, ma non può completare il chiarimento, molte zone rimangono oscure. Tuttavia è importante cominciare, perché, esaurito un settore, rimangono tutti gli altri. E soprattutto deve essere spiegato ciò che è più oscuro, l’attività razionale e il soggetto conoscente.

Prof. Cristiano Rocchio

La completezza è data dalla facoltà di arrivare a toccare la parte più profonda e quella più superficiale; il che significa combinare dimensione etica ed estetica.

Michele Cea

Il messaggio è diretto alla superficie, perché utilizza la forma convenzionale derivata dall’esperienza e dalla storia, e dalla superficie si introduce nel sé. A volte restano cicatrici, i segni dei messaggi non più significativi. I messaggi ricevuti e trasmessi, insieme alle cicatrici, sono il sé.

Prof. Cristiano Rocchio 

UNA PARTE PER IL TUTTO

Nell’opera non c’è traccia dell’intima elaborazione concettuale che le ha dato origine. È visibile soltanto il messaggio chiaramente espresso, che supera i confini spaziali e temporali e le restrizioni accettate dall’artefice, incontra altre resistenze, subisce ulteriori modificazioni e alla fine non appartiene soltanto all’autore. Ma forse neanche prima che lo formulasse apparteneva a lui soltanto.

Prof. Cristiano Rocchio

Nell’apparente candore della tela s’intravedono linee che la segnano, rilievi grezzi che si materializzano al nostro sguardo, manifestando come l’arte – prima di tutto – sia un esercizio per conoscere sé stessi. Nello specchiare mondi paralleli, l’opera creata dalla mano e dall’anima di Michele dischiude intricati e profondi pensieri che l’artista protegge negli antri più nascosti. La superficie sgualcita richiama alla memoria una benda che lenisce le ferite e, in modo sinestetico, evoca sensazioni diametralmente opposte.

Prof. Massimiliano Porro

CONSAPEVOLEZZA O INERZIA

La realtà è esattamente come la percepiamo. In assenza della nostra interpretazione rimane solo un continuo fluire, accavallarsi e scacciarsi di indefinite sensazioni, senza alcuna consapevolezza. E conseguentemente nessuna sensazione, nessuna realtà.

Prof. Cristiano Rocchio 

ATTIVITÀ DEMIURGICA

Astrattamente considerati, gli elementi della realtà non comportano alcun messaggio razionale, ma rimangono inerti nella comprensione specialistica. La capacità dell’artista è inserirli nel contesto delle sue opere e confezionare con gli stessi elementi, disponibili a chiunque, prospettive significanti di volta in volta diverse. L’impulso creativo trasforma necessariamente e sempre
di nuovo la realtà in messaggio.

Prof. Cristiano Rocchio

ARROGANZA E UMILTÀ

Dalla realtà provengono le idee, che in natura non esistono. Lo spirito le elabora astrattamente, le definisce e le struttura in una riproduzione. La difficoltà del compito è la rappresentazione vera, la sua corrispondenza alla realtà. Ottimo sarebbe interrogarsi dialetticamente su ciascuna circostanza e su tutte complessivamente, piuttosto che applicarvi risposte già pronte in forma di modelli.

Prof. Cristiano Rocchio

FUTURO LUMINOSO

Per svolgere la sua funzione e portare frutti, l’ideale deve essere collegato al popolo. Al quale effettivamente appartiene, anche se non del tutto consapevolmente. Il compito dell’artista è evidenziare tale relazione e affermarne la necessità razionale. Il più delle volte il suo messaggio è giunto al popolo, negli altri casi non ancora.

Prof. Cristiano Rocchio 

Ogni opera nasce da un distacco, è una parte di sé che diventa tangibile e visibile. È come una nuvola nel cielo che assume sempre forme diverse e porta un carico di pioggia che rigenera. La tela bianca, nella sua infinita purezza virginale, viene fecondata e il colore diventa macchia indelebile che solca e lascia la traccia di un nuovo germoglio. L’artista, ferito dalla separazione con l’Io, reclama la paternità della propria creazione e lo scorrere del pigmento sanguigno, dall’alto al basso, segue la via del destino. Sul supporto che si sdoppia, in un fronte-retro distintivo del suo operare, Michele sorprende per come affronta, sempre in modo diverso, il ruolo di narratore del mondo. Con forza e crudezza, non lasciandosi incantare da fronzoli artificiosi, fa emergere il tumulto, il conflitto, la vitalità, il tormento, la vita stessa e le cicatrici che ci ricordano chi siamo.

Riflessioni del Prof. di Storia dell’Arte Massimiliano Porro

L’unicità non è data da un singolo punto di vista ma bensì dallo sguardo più ampio sulla realtà che ci circonda. In tal modo si arriva ad assumere un’unica visione d’insieme, ma che al tempo stesso è più completa e definita.

Michele Cea

L’artista demiurgo allarga la sua visione dalla stretta oggettività alla riflessione intima al punto di vista complessivo. La riflessione intima progressivamente assorbe la realtà e la rende propria, il linguaggio con cui l’artista esprime la sua visione viene elaborato, allo scopo di renderla comprensibile. Attraverso questo processo intellettuale l’artista demiurgo comprende che la sua interpretazione è parte della realtà e di sé.

Prof. Cristiano Rocchio

[La chiamo con un concetto di Parmenide “La ben rotonda sfera”, che significa l’essere o il tutto, la totalità degli enti]

L’arte non è sempre in grado di esprimere tutto ciò che l’artista vorrebbe. Esistono soggetti, quelli che proprio ora circondano la composizione, che non vi rientrano. Proprio per questo l’arte è espressione totale e oggettiva, perché indica anche ciò che non può rappresentare, ad esso rimanda e lo arricchisce di significato.

Prof. Cristiano Rocchio 

FRAMMENTI E RAGIONE

Molte voci separate sono cicaleccio incomprensibile. L’artista demiurgo le raccoglie in un messaggio razionale, che assume un significato chiaro, anche se non univoco, in rapporto al contesto concettuale in cui viene trasmesso. Lo stesso vale per le attività intellettuali e per ciascuna occupazione: isolatamente condotte, ciascuna è un mondo a sé, con proprie regole e scopi differenti. Se invece sono organizzate razionalmente, costituiscono un cosmo.

Prof. Cristiano Rocchio 

RAGIONE CREATRICE

Soltanto l’attività artistica e razionale riesce a dare significato a ciascuna realtà, che senza questo intervento creativo sembra inerte e priva di senso. L’azione perfetta dell’artista demiurgo rivela la bellezza adombrata dal velo dell’apparenza.

Prof. Cristiano Rocchio 

ALL’OPERA

L’artista demiurgo intuisce la natura superiore, la rende manifesta e invita i suoi simili intelligenti e creativi a guardare la realtà. Nei panni di Prometeo, artefice divino, con tutta la loro perizia forgeranno di nuovo la stessa idea con molto lavoro, molta fatica, buoni amici e soprattutto intelligenza.

Prof. Cristiano Rocchio

INVITO CORDIALE

Il campo dell’arte è disponibile per l’attività degli uomini intelligenti e creativi. Il linguaggio e le regole di comunicazione e di espressione sono stabilite dall’opera, alla quale è opportuno che ciascuno in base alle proprie forze contribuisca con sincerità e benevolenza.

Prof. Cristiano Rocchio 

LO STRUMENTO DI INTERPRETAZIONE

Con gli elementi a sua disposizione e la sua esperienza l’artista compone il suo equipaggiamento per la comprensione del reale. L’interpretazione può essere influenzata dal mezzo con cui viene compiuta l’analisi. Per questa ragione bisogna adeguare l’attività di indagine e il punto di vista al soggetto considerato e al soggetto conoscente. E riparare lo strumento dell’arte, per prepararlo a una nuova prestazione.

Prof. Cristiano Rocchio 

Sentirsi leggero come un filo d’erba, mosso dal vento e dal mondo che ti circonda. L’immagine d’apparenza è solo polvere che si dirada nell’incontro con il tempo che passa. Filtrano così emozioni dalla molteplice natura e, progressivamente, emerge l’intima essenza dell’artefice. Michele sceglie di lasciare un’apertura, sceglie di non dialogare attraverso un linguaggio canonico ma costruisce un ponte con chi guarda. I legami agli angoli dell’opera stringono i cardini della vita, costruiscono relazioni che talvolta necessitano di ormeggi ancor più solidi in quanto, in quella leggerezza, si nasconde anche la fragilità che richiama il cammino terreno. Ci si trova davanti a un bivio: continuare la ricerca per scoprire i segreti del mondo oppure fermarsi abbandonando ogni speranza? Michele decide di continuare a raccontare e raccontarsi, togliendo gradatamente la corporeità che ci ingabbia nei pregiudizi per divenire filo d’erba umile, sottile ed eterno.

Riflessioni del Prof. di Storia dell’Arte Massimiliano Porro

LA DUPLICE FUNZIONE DEI CONCETTI

La vita spirituale si adegua con difficoltà al condizionamento sociale e alle consuetudini imposte. Le parole e i concetti delimitano e schermano dall’altro il sé, ma sono anche collegamento, il mezzo del rapporto intersoggettivo: aggirano le convenzioni e manifestano il carattere. La relazione con l’altro esprime ciò che era tenuto nascosto o anche non esisteva affatto.

Prof. Cristiano Rocchio

SPROFONDAMENTO E RIEMERSIONE

La ferita dell’animo è essenzialmente incomprensibile. In riferimento al pubblico essa genera successivamente nuove forme. All’inizio ferita, quindi rappresentazione brutale, racconto della sofferenza, convalescenza, potenzialità della salute, cicatrice, ricordo e infine neutralizzazione del dolore. Da cui si può risorgere: raccoglimento dei frammenti sparsi, identificazione del limite invalicabile, nichilismo o negazione critica di ogni separazione, identificazione degli elementi che collegano le opposte concezioni, elaborazione dialettica della nuova visione, superamento del limite arbitrariamente posto e accesso alle infinite possibilità espressive della consapevolezza acquisita: la tela può ospitare immagini nuove e pensieri inauditi.

Prof. Cristiano Rocchio

RAZIONALE E REALE

La storia pone l’uomo di fronte alla fosca opportunità della scelta, lo proietta a velocità vertiginosa verso la sua realizzazione. Sta a ciascuno scegliere nell’indistinto ciò che è meglio e intravvedere la possibilità del bene individuale e comune nelle ombre incerte del futuro. Non c’è bisogno di guide, capi o profeti, ma di intelligenza e ascesi rigorosa, gli strumenti della perfezione.

Prof. Cristiano Rocchio

Nel momento in cui vengono razionalizzati, per esprimerli e comunicarli attraverso un qualche linguaggio, i sentimenti, le emozioni e le idee assumono una patina plastica e determinata, che in origine e intimamente non hanno. Nella vita spirituale stanno tutti insieme con confini sfumati e tinte meno accese.

Prof. Cristiano Rocchio

IL SUONO DELLA PIOGGIA

Ascolta il suono della pioggia colorata che cade dal cielo… Andando oltre lo sguardo… Hai mai provato ad accostare l’orecchio alla finestra? Come appaiono così uguali e così diverse quelle gocce che scendono… Si depositano e si uniscono creando giochi cromatici. Riflettono il mondo circostante e, bagnando i vetri, scivolano verso il basso. Si formano così disegni astratti che tracciano itinerari. E le gocce, come lacrime di felicità e di dolore, rendono questo quadro di Michele un’apertura alla vita di ciascuno di noi. Un quadro che risuona delle gioie e delle difficoltà quotidiane. Ogni goccia una gradazione, ogni tinta una sensazione, ogni emozione un pensiero. Fronte e retro, sopra e sotto, non c’è spazio che non venga raggiunto. Nemmeno l’arcobaleno potrebbe riuscire a contenere una varietà di sfumature così ampia. Lo spirito del pittore ha liberato la sua tavolozza grande quanto il suo sconfinato amore per l’arte. E più si fissa quest’opera più si rimane disorientati. Michele ha lasciato che ogni suo gesto sinceramente pervadesse questo simbolico varco. Dentro e fuori il ticchettio aumenta d’intensità, il ritmo si fa tamburellante e conquista i cuori di chi osserva. La sensibilità è una condanna ma ti consente di cogliere migliaia di colori in un viaggio in bianco e nero. E modulando le frequenze si entra in sintonia con Michele…

Prof. Massimiliano Porro 

COLLABORAZIONE ESPRESSIVA

Una parte della vita rientra nella rappresentazione e l’artista fa ogni sforzo per afferrarla, il suo è il primo indispensabile passo. Altrettanto necessarie sono la comunicazione e la comprensione, ma questi non sono compiti individuali e l’autore può staccarsi dall’opera.

Prof. Cristiano Rocchio

Noi tutti, quotidianamente, agiamo in un modo che sembrerebbe incondizionato ma che in realtà è dettato da quei valori e assunti di base propri di ciascun ambito socio-culturale, talmente radicati da essere ormai irriconoscibili. 

Michele Cea

Con grande difficoltà si può distinguere l’agire in pubblico dall’agire convenzionale. Il significato consuetudinario delle parole e dei gesti ci permette di servircene, senza provocare dolore. È utile conoscere empiricamente i valori e gli assunti dei vari contesti culturali, ma il resto, mostrare quanto meglio il sé in ogni occasione e in modo adeguato, è compito e piacere del carattere individuale.

Prof. Cristiano Rocchio

Quando gli assunti di base e i dogmi di ciascun singolo, ovvero tutte quelle credenze considerate inconfutabili non collimano più, i pilastri individuali decadono e si subisce un senso di smarrimento. Al contrario accade quando gli assunti di ciascuno di noi sono solidamente strutturati e in armonia con il contesto culturale.

Michele Cea

Il muro consolidato delle convenzioni argina e neutralizza il ribollire magmatico delle idee. Alcune superano la barriera ed acquisiscono una inefficace evidenza, altre vengono fabbricate all’interno della convenzione ed imitano il percorso razionale, dal quale sono però staccate. L’evidenza è inefficace, finché le idee rimangono isolate.

Prof. Cristiano Rocchio 

ATTRAVERSO LO SPIRAGLIO

L’arte strumento che filtra le emozioni. Una barriera che protegge e permetta di scrutare il mondo attorno a sé da un punto di vista privilegiato. E questo vedere è sinonimo di sentire espressivo: Michele non solamente osserva ma trasforma il segno contorto in parola. Da un lato il mondo in bianco e nero, quello in cui regna il caos, lo stato attuale delle cose dove non esistono, apparentemente, sicuri punti di riferimento.  La linea di demarcazione in legno poi, l’artista stesso. In lui scorre la linfa vitale che gli permette di creare spontaneamente.  Come un albero che forma rami e foglie in modo ben diverso dalle radici con cui è piantato a terra. E così si genera l’atto unico di un’opera differente in ogni sua porzione ma anche in continua evoluzione. Ancora una volta Michele propone un non finito del contemporaneo: la sua vera creazione è nella parte inferiore dove le forme stanno solamente iniziando a nascere per continuare in autonomia: ad ogni tempo la sua arte, ad ogni arte la sua libertà recitava la Secessione Viennese. Una libertà frutto di fatica e sofferenza: quel legno segna profondamente lo spirito di chi guarda riflettendo il tumultuoso universo infinito del giovane artista.

Prof. Massimiliano Porro

SPECULAZIONE CREATIVA

È necessario che gli uomini intelligenti e creativi riflettano sull’arte, per perfezionare il loro strumento di interpretazione. Molteplici punti di vista illuminano aspetti diversi della realtà e, quando sono tra loro in comunicazione, generano rappresentazione ed espressione. Da diverse prospettive è possibile restituire la complessità del reale, che non è affatto contraddittoria, né artisticamente, né razionalmente. E perciò nemmeno realmente.

Prof. Cristiano Rocchio

STRATIFICAZIONE

Lo schermo delle convenzioni copre il carattere ed è impossibile distinguere le qualità personali dalle competenze necessarie a svolgere una qualche mansione. Gli atti si conformano al grigiore della correttezza istituzionale, la sovrastruttura impedisce qualsiasi tentativo di umanità, in alcune zone imputridisce e contamina ciò che nasconde. Oppure il marciume sottostante infetta le forme della gentilezza, che modifica la realtà con il suo velo uniforme. Il compito dell’istruzione e della cultura e lo scopo dello sviluppo individuale sono rendere attive tutte le componenti del carattere e armonizzarle con quelle degli esseri umani passati, presenti e futuri. La gentilezza è quindi una conseguenza spontanea e necessaria.

Prof. Cristiano Rocchio

Quando l’individuo si discosta da quelle che sono le consuetudini del sistema sociale in cui si trova, è facilmente riconoscibile.

Michele Cea

Fortunatamente l’individuo può allontanarsi dalle consuetudini del sistema sociale in cui si trova, perché così il suo messaggio può essere percepito con chiarezza, anche se forse non altrettanto chiaramente compreso. Ma l’individuo può mandare il messaggio ai suoi simili ed indicare che la differenza è possibile o, forse meglio, auspicabile.

Prof. Cristiano Rocchio

Un tratto intricato dal segno strappato racconta l’ammacco dell’animo stracco.  Rottura, distacco, mondo che spacco,  amore inquinato dal grido arrabbiato.  Eppure risorge il filo che cinge: abbraccio fraterno d’umanità attorno.

Graziano Gismondi

TENDENZE SUICIDE

La costrizione degli schemi intellettuali dominanti limita l’esperienza nella logica binaria del vero-falso, giusto-sbagliato, bello-brutto, amico-nemico. Il linguaggio convenzionale non esprime il caleidoscopio degli stati spirituali e delle emozioni, il carattere vitale dell’esperienza, ma non è questo il suo scopo. Probabilmente la sua unica funzione è mantenere la contrapposizione e la divisione, la soppressione dello spirito. Ben congegnata e pervasiva, l’imposizione in qualche punto si allenta e comincia a collassare.

Prof. Cristiano Rocchio

I LEGAMI DEL CUORE

Intrecciare legami. Con se stessi e con il mondo. Creare relazioni che nascono all’improvviso e si collegano attraverso la sensibilità. Sapere che l’essere umano è un ponte che mette in comunicazione le essenze componenti l’universo multiculturale e multirazziale in cui abitiamo. È la consapevolezza di essere vivi. Sempre. Il fascino di quest’opera di Michele Cea non è solo nella versatilità dei colori e nei fili che si intersecano come strade, come il cammino sempre diverso che, quotidianamente, si deve affrontare. Qui l’artista mischia la pittura alla manualità artigianale che caratterizza ogni sua produzione. E apre le porte della coscienza e conoscenza. Ogni fibra bianca e sottile si unisce a quella nera, più grezza: è la vita che ti abbraccia nella sua bellezza ma che ti può anche stritolare con la sua crudeltà. Non c’è titolo ma la libertà di scegliere di cucire a sé l’opera, continuando il racconto che Michele ha iniziato. Come il filo di Arianna ci guida, come il filo delle Parche ci ricorda il nostro destino. Con una certezza: nessuna forbice potrà recidere il legame con il cuore di chi autenticamente ha amato, ama e amerà.

Prof. Massimiliano Porro

LA RELATIVITÀ DEGLI OPPOSTI

Ogni contrapposizione ha apparentemente carattere definitivo e indiscutibile. Un passo avanti è ammettere che ciascun opposto contiene essenzialmente l’altro e non può esistere senza il suo termine correlato. L’interpretazione successiva comprende che la contrarietà è opinabile. Un altro progresso è utilizzare la contraddizione come procedimento dialettico per una nuova visione, ammettere l’apparenza dell’opposizione, identificare gli elementi comuni, superare la concezione intellettuale specialistica, rappresentare i fenomeni come sono e non in relazione ad altro: ancora immagini nuove e pensieri inauditi.

Prof. Cristiano Rocchio

COMUNICAZIONE SIGNIFICATIVA

L’arte non fascia, né camuffa con la sua tecnica la realtà, bensì rivela il suo soggetto, che prima della rappresentazione era un generico ente o forse soltanto un istante nel fragoroso flusso cosmico. Nell’opera l’artista presenta la realtà e fabbrica gli strumenti e i codici per interpretarla. Libero nella sua espressione, con magnanimità lascia ai suoi simili altrettanta libertà di interpretazione, che viene da loro utilizzata nell’unico modo possibile, il messaggio viene compreso.

Prof. Cristiano Rocchio 

Per non restare estranei all’ambiente socio-culturale circostante, tutti quanti acconsentono inconsciamente o subiscono l’influenza delle norme vigenti in quest’ ultimo.

Michele Cea

Che si riesca o meno a staccarlo dal fluire cosmico, il sé individuale ne sarà parte, anche controvoglia. In entrambi i casi esercita con chiarezza e indipendenza la sua attività spirituale e rappresentativa, ossia afferma se stesso, ma non necessariamente in opposizione all’altro da sé.

Prof.  Cristiano Rocchio 

QUI E ORA

L’artista può e deve allestire le condizioni, affinché la sua interpretazione sia esprimibile e soprattutto comprensibile ai suoi simili. È possibile la rappresentazione, perché dopo lunga e dolorosa elaborazione i presupposti sono stati ripristinati. Ma è ora inevitabile tradurre il soggetto in termini spirituali, per inserirlo nella raffigurazione. Anche questo è compito dell’artista. Dal canto suo l’uomo attraverso l’ascesi si riappropria della sua natura e delle sue peculiarità – la ragione, l’intelligenza, la gentilezza, la benevolenza. Entrambe queste ininterrotte catene di cause necessarie portano l’uomo, autore, soggetto e destinatario della comunicazione artistica, a meditare qui e ora la sua condizione umana e creativa.

Prof. Cristiano Rocchio 

In quello che si configura come villaggio globale odierno, abbiamo la possibilità di confrontarci e confonderci con più di una realtà.

Michele Cea

Interpretare l’altro attraverso varie forme e scale rappresenta soggettivamente ed oggettivamente il soggetto vivente. Ogni altro è sconosciuto, se entriamo con esso in relazione, da questo rapporto risulta il bello. Il tentativo di adeguare all’altro i criteri soggettivi di interpretazione è il rischio e l’ebbrezza di uscire dal sé, solo questo permette di avvicinarsi alla comprensione.

Prof. Cristiano Rocchio 

DETRITI

L’ascesi razionale lascia le scorie terrene come residuo rappresentabile nell’opera. Dall’illuminazione in poi le forme caduche non sono più necessarie all’espressione artistica, l’intelligenza dirige il suo sguardo puro agli infiniti mondi dello spirito ed ha la possibilità della comunicazione immediata e della comprensione reciproca, che stabiliscono di volta in volta anche il loro soggetto e come considerarlo.

Sunto: Dopo l’illuminazione le forme concrete non sono più necessarie all’espressione artistica, perché l’intelligenza creativa comprende direttamente, senza bisogno di rappresentazioni, il soggetto ed il modo della comunicazione.

Prof. Cristiano Rocchio 

A seconda dell’intensità delle emozioni si mostrano i vari lati della personalità.

Michele Cea

Dal torbido fondo materico al limite della rappresentazione al toglimento di artificio, materia e distinzione. L’ascesi costringe alla graduale eliminazione del superfluo e lascia in evidenza il sé.

Prof. Cristiano Rocchio

L’IMPULSO CREATIVO IN POTENZA E ATTO

Finché l’attività spirituale resta chiusa in un ambito ristretto, la sua forza aumenta, ma rimane inerte. Tuttavia l’intelligenza generosa trabocca e, appena supera le limitazioni arbitrariamente imposte, genera grazia ed estro anche solo nell’atto di vedere – o, che è lo stesso, di esistere. Per sé o per gli altri, questa è l’alternativa di fronte alla tela bianca.

Sunto: L’impulso creativo in atto supera i confini disciplinari arbitrari e produce spontaneamente grazia e bellezza per sé e per gli altri.

Prof. Cristiano Rocchio 

La sintonia e l’equilibrio tra gli assunti culturali di ciascun individuo gli permettono di riconoscersi ed assumere un ruolo sociale ben definito, cosa che non accade quando questi non sono in relazione e armonia tra loro.

Michele Cea

La mentalità dominante o fede impone un ordine arbitrario, all’interno del quale i fenomeni vengono inseriti e corretti, in modo che acquisiscano il senso che giustifica l’ordine. Fuori da quest’ordine ciascuno può percepire la realtà come gli si presenta, la sua interpretazione coincide con la capacità o possibilità di espressione. Ma la rappresentazione con forme precostituite è necessariamente falsa, si può chiamarla presunzione.

Prof. Cristiano Rocchio

Tutti gli individui portano volenti o nolenti un proprio bagaglio socio-culturale, così come delle cicatrici.

Michele Cea

Solo una parte dell’esperienza è comunicabile, perché i codici di espressione obbediscono a regole convenzionali e costringono l’interpretazione dell’esperienza, e forse anche l’esperienza, entro schemi e concetti preesistenti. Questo è un grande vantaggio, perché l’alternativa è il silenzio. Il carattere indicativo e provvisorio degli atti comunicativi consapevoli dovrebbe spingere a cercare sempre di nuovo occasioni e opportunità di scambio, e a rallegrarsi dell’eventuale successo comunicativo.

Prof. Cristiano Rocchio

IDEA DOMINANTE

L’arte raccoglie il disordine in un tutto comprensibile, ciò che prima era materia informe e molteplice viene da essa collegato alla dimensione universale ed elevato al piano del significato. Il movimento ascendente attraversa l’opera e ne dirige il senso ad un livello superiore, che non richiede rappresentazioni, né codici o linguaggi. Da qualsiasi posizione si cominci e qualsiasi strada si percorra, l’obiettivo è la realizzazione dello spirito, che guida con benevolenza anche chi viene trascinato riluttante o inconsapevole.

Sunto: L’arte razionalizza il disordine empirico e lo collega al piano universale del significato attraverso l’opera, che contribuisce benevolmente ad aumentare la consapevolezza dell’artista e del suo pubblico.

Prof. Cristiano Rocchio 

IN SOTTILE EQUILIBRIO

Ogni ordine è un atto di equilibrio di estrema precarietà(Walter Benjamin).

Una corda come linea di demarcazione tra l’apparire e l’essere. Siamo appesi ad una realtà in cui la massificazione cerca di costruire intorno a noi un muro per vincolarci ad un’unica visione delle cose e di noi stessi. Il percorso artistico di Michele Cea è stato sempre contrassegnato da una ricerca frenetica e costante riguardo i rapporti che interagiscono tra gli esseri umani. Un’analisi tra ciò che è convenzionale e apparentemente rassicurante e ciò che è diverso e per questo percepito come strano, alieno, di un’altra dimensione. La parte superiore della sua installazione appartiene allo standard che la società vuole imporre: rigorosamente conforme alle regole, ondeggia in balia delle mode del momento, senza personalità ma ormai parte di un sistema che prescrive categorie di senso. Non c’è spazio di espressione libera per manifestare ciò che si è interiormente. Ma cambiando punto di vista avviene una metamorfosi: la tela più in basso viene scardinata dalla forza indipendente di pensiero e di forma. È l’essenza stessa dell’essere umano e dell’essere artista: originale, unico e sincero. Si presenta al mondo nelle suo primigenio aspetto. Per comprenderlo si deve fare fatica. Come richiede un notevole sforzo l’intrecciare relazioni e accogliere il prossimo per come è davvero. Michele esprime la necessità urgente di stabilire corrispondenze. È proprio quando si crede di sapere qualcosa che va guardata da un’altra prospettiva. Un’intuizione che ha preso forma nel pensiero dell’artista e nei materiali uniti a rendere visibile ciò che non sempre lo è.

Prof. Massimiliano Porro

FUSIONE CREATIVA

Gli elementi dell’impulso creativo sono uniti nell’opera: la realtà, il codice di comunicazione e la libertà di espressione. L’ascesi in pieno sole ha fortificato lo sguardo, che può fissarsi direttamente sulla realtà, per rappresentarla.

Prof. Cristiano Rocchio

TUTTO SCORRE

Il bene, il giusto e lo spirito sorgono dalla vita e dalle consuetudini. Teorie astratte e convenzioni consolidate li legano artificialmente alla mentalità dominante. Spiegazioni irrazionali e obsolete vengono mantenute, nuove ne sono fabbricate, per aumentare la soggezione. Il fluire naturale viene immobilizzato, alla sua vitalità si sostituiscono fissità e inerzia. Né la prigionia, né la divisione si addicono allo spirito.

Prof. Cristiano Rocchio

ALLENAMENTO

Forse il compito dell’artista è indagare l’uomo, non rappresentarlo. E deve spendere molta fatica, acquisire intelligenza chiara, buoni amici e grande vitalità, eliminare diligentemente l’accidia e la malattia esistenziale, per imparare la disciplina rigorosa della tecnica, della riflessione e della comunicazione. Il soggetto ed i fondamenti dell’arte possono essere ristabiliti solo da uno sguardo limpido e diretto, il lavoro è appena cominciato.

Sunto: Il soggetto e le condizioni dell’arte verranno ripristinati dall’intelligenza creativa, da una disciplina rigorosa e multiforme e dalla collaborazione benevola tra artista e pubblico.

Prof. Cristiano Rocchio 

SENZA TITOLO

Forse le leggi di natura, che reggono la struttura del cosmo, non sono così ferree e necessitanti, come si è sempre creduto. E infatti le teorie scientifiche che le contengono vengono di secolo in secolo riformulate e si considerano con indulgente superiorità i tentativi dei predecessori. Si possono ammettere infinite possibilità di esistenza, infiniti modi di vita, infinite forme, infiniti colori ed infinite interpretazioni, non è obbligatorio conformarsi alle opinioni dominanti: la determinazione del significato è attività razionale empirica e individuale.

Sunto: L’opinione dominante è univoca e mutevole. Ogni essere umano intelligente e creativo trova da se stesso le infinite spiegazioni del suo mondo.

Prof. Cristiano Rocchio 

 

SENZA TITOLO

Il dolore, la rottura e il distacco sono parte della vita e l’opera dell’artista dà loro senso. Non li elimina completamente, perché sono reali, ma l’attività razionale toglie le condizioni e soprattutto le conseguenze dei conflitti, perché ne illustra l’irrazionalità.

Sunto: L’attività creativa rimargina lo strappo doloroso e ne accelera la guarigione.

Prof. Cristiano Rocchio 

LE IDEE CHIARE E DISTINTE

Sul piano empirico i fenomeni sono molteplici e frammentari, a volte contraddittori ed anche strazianti. I pensieri da essi derivati vengono elaborati dalla riflessione intelligente secondo un percorso univoco e lineare, ma non privo di deviazioni, interruzioni e lacerazioni. A volte la ricerca comporta il cambiamento di prospettiva e una doppia fatica, ma alla fine le idee chiare e distinte sono disponibili come guida all’attività pratica e artistica.

Prof. Cristiano Rocchio 

 

LACRIME NELLA PIOGGIA

Tutti i linguaggi, le esperienze e la ragione scientifica isolano e interpretano parti della realtà. La maggior parte dei fenomeni viene trascurata e forse nemmeno interessa. Alcune spiegazioni sono in conflitto, ma coesistono all’interno della particolare teoria in una complessiva coerenza. Dalla sua prospettiva fuori dal tempo l’artista vede con simpatia i tentativi degli uomini, riconosce i limiti arbitrariamente fissati all’attività di ricerca e li supera.

Prof. Cristiano Rocchio

1) Storia individuale

La vita ha momenti di crisi o rottura. Ciò che nonostante questo la tiene insieme è la trama concettuale soggettiva, il pensiero che da essa deriva e la tiene legata al sé.

2) Esperienza

Dopo un’esperienza rimane il ricordo, che non è continuo, in qualche punto manca – forse perché non è completamente importante. Dal piano dei ricordi emergono e rimangono evidenti i legami, le relazioni tra i soggetti dell’esperienza, che si immergono nel sé e ne costituiscono la struttura.

3) Un uomo

Lo schermo della personalità, che protegge il sé, in alcuni punti si lacera e lo lascia trasparire. I messaggi consapevolmente formulati e comunicati come simboli forniscono una struttura interpretativa a malapena adeguata; molto probabilmente sono soltanto una griglia possibile di spiegazione razionale, ma provengono dal sé e lo costituiscono come loro essenza e struttura psichica.

4) Autoritratto

La pelle si apre, dove c’è l’accesso all’anima, e porta su di sé i segni del messaggio consapevolmente rappresentato come simbolo, che è parte costitutiva dell’anima. La vita individuale del corpo ed il messaggio artistico coincidono. Proprio per questa ragione sono intercambiabili e, quando smette il primo, l’altro continua. Perciò nemmeno il primo smette davvero.

5) Novecentesco

Il velame delle convenzioni in qualche punto si squarcia e lascia intravvedere la sua superficialità, ma la sovrastruttura razionale lineare lo tiene in piedi, lo intesse nel profondo e costringe dentro le sue maglie ciò che non vi rientra immediatamente. L’ordine razionale elimina con astrazioni e tortuosi ragionamenti le apparenti imperfezioni e le difformità empiriche, che derivano dalla struttura del sé individuale. L’ordine razionale si basa invece sulle convenzioni, che sono superficialmente impeccabili, e viene sostenuto o anche sopportato dal sé individuale, che necessariamente emerge, quando le convenzioni sociali lo permettono.

6) Sulla terra

Dalla terra nascono gli uomini e stringono tra loro rapporti intensi più o meno fitti. I loro collegamenti insieme alla madre terra sono il cosmo, che è difficile ricostruire in una prospettiva unitaria. Questa è la difficoltà dell’esperienza.

Prof. Cristiano Rocchio

Così come i gradini di una scala ci consentono di salire o scendere, allo stesso tempo fanno le norme socio-culturali, permettendoci di compiere un percorso che può essere evolutivo oppure involutivo.

Michele Cea

Il percorso ascetico di elevazione ha bisogno all’inizio di una qualche tecnica come di una scala. Più l’uomo si avvicina alla realizzazione del sé, meno ha bisogno della tecnica.

Prof. Cristiano Rocchio

COLONIZZAZIONE

L’impulso creativo traduce gradualmente e inesorabilmente la realtà in opera significante. Esseri umani intelligenti e creativi collaborano benevolmente, ciascuno secondo le sue forze, all’attività di interpretazione.

Sunto: L’attività razionale trasforma la realtà e la rende disponibile alla collaborazione interpretativa.

Prof. Cristiano Rocchio 

DONARSI

Una tela bianca con nastro dorato, quello con cui si impacchettano i regali, specie i più preziosi. Insomma quelli a cui ci si tiene davvero. Delicatamente confezionato per una persona speciale. E per un artista offrire in dono la propria tela bianca è come donare se stesso, la propria dimensione intima e imperscrutabile. La tavola di lavoro come una pagina su cui raccontare i propri sentimenti. Sentimenti di figlio che apre le porte del suo mondo dicendo: questo sono io, interprete e critico sul palcoscenico della vita e sto per raccontare ciò che provo, ciò che sento. Un regalo all’apparenza incomprensibile ma che, nel corso del tempo, ha svelato il suo reale significato. Ancor più di ogni opera dipinta, elaborata, graffiata e strappata, contiene un nobile simbolismo affettivo. È la presenza continua nel ricordo e nella possibilità, ogni volta che lo sguardo incontra il bianco latte e il fiocco aureo, di sognare. Sognare un soggetto, un colore, sognare l’artista al lavoro. Donare il bene ed essere il bene più prezioso: tutto quanto si è appreso da bambini, trasmesso dall’amore di madre, si è trasformato nella candida offerta di questa tela, capace di diventare talismano che coccola e accarezza il cuore ferito.

Prof. Massimiliano Porro 

UNA PROMESSA MANTENUTA

Un’opera minuta che diventa porta aperta su una dimensione trascendente. Una scritta dietro le laceranti ferite della vita. I brandelli di uno spirito che non cessa di vibrare. L’estremo grido di chi ha costruito, nel mondo, un luogo per la propria arte, radice di sensibilità estrema. Ha dimostrato con semplicità disarmante la complessità sociale dell’universo che lo circondava e, come un novello Atlante, ne ha sopportato il peso trasformando la fatica e la sofferenza in atto artistico rivoluzionario. A tal punto da creare un manufatto, ritratto latente di chi sa osservare le dinamiche collettive più intime e nascoste. Perché una promessa mantenuta? Perché in quelle due parole c’è Michele, c’è e ci sarà sempre. Ogni volta che si guardano le sue produzioni, ogni volta che se ne parla, ogni volta che la luce negli occhi brilla nel suo ricordo. E il suo “Torno Subito” si concretizza nella forma materiale di un’anima indissolubilmente connessa a chi gli ha voluto bene e continua a volergliene. Bussate pure, entrate, Michele vi accoglierà nel suo empireo artistico.

Prof. Massimiliano Porro

LIBERAMENTE SU “TORNO SUBITO”

Quest’opera è insieme semplice e complessa, perché ci pone dinanzi ad una semplice, e quotidiana contraddizione. “Torno subito”. Quante volte possiamo esserci imbattuti in questo messaggio, senza rendersi conto di un fatto essenziale: il suo essere contraddittorio. Come il bianco ed il nero, gli opposti che dominano l’opera, torno subito è prima di tutto la coesistenza di due termini inconciliabili. “Subito” rende impossibile il “ritorno”, perché tornare implica una distanza non colmabile “subito”. Una semplice contraddizione messa a nudo in opera d’arte, che forse può diventare il simbolo di mille altri contrasti che si imprimono, senza consapevolezza, nel nostro normale pensare (o non pensare). Contraddizioni imbriglianti come i fili all’esterno della cornice, che bloccano l’individuo in una profondità irrealizzabile.

Ma “torno subito” può anche slittare dal sociologico all’esistenzialista, quando diventa simbolo dei nostri alibi, dei nostri proposti. Un messaggio che implica in sé un disagio profondo: chi si trova dinanzi a questo messaggio nella vita quotidiana è deluso, è nel desiderio, aspetta. Soprattutto, si trova nella condizione psicologica di non trovare chi, o quello che, si aspettava di trovare. Forse un simbolo per noi stessi e di noi stessi: quanti obiettivi vorremmo raggiungere e quanto dovremo attendere, benché i fili oltre la cornice, come ragnatale, sembrino dimostrarci come il tempo sia la sola forza che realmente avanza nella nostra attesa che a nulla porta. E quel “subito” si fa sempre più vago.

Prof. Daniele Fumagalli

IPERTROFIA

Convenzioni linguistiche e sociali proteggono e difendono l’impulso creativo individuale, ma al tempo stesso lo imbrigliano e lo isolano. In rari casi e in ambiti ristretti le barriere si dissolvono, il collegamento è immediato e segue la tendenza spontanea all’amicizia e alla familiarità.

Sunto: La malattia della divisione intellettuale determina una innaturale separazione tra gli esseri umani.

Prof. Cristiano Rocchio 

ECCEDENZE

Le idee dominanti, le convenzioni e i condizionamenti sociali penetrano profondamente nell’individuo e gli permettono la relazione e il collegamento con gli altri. Alcuni di questi legami vincolano strettamente l’interiorità all’ambiente sociale. Altri sono più allentati, lasciano una qualche libertà di movimento e di interpretazione, ma in un raggio limitato. La loro eccedenza assicura che il controllo sia continuo e adeguato alle circostanze mutevoli.

Sunto: Il singolo è vincolato dalle convenzioni sociali al suo contesto sociale, anche quando se ne sente libero.

Prof. Cristiano Rocchio 

IL CORAGGIO DELL’ARTISTA

L’impulso creativo squarcia la nebbia densa delle teorie contrastanti e delle convenzioni sociali e comprende immediatamente la realtà nei suoi elementi costitutivi. Non elimina le concezioni superate, perché hanno avuto un loro senso, soltanto le inserisce in un orizzonte complessivo e dà loro un significato più corrispondente alla realtà.

Sunto: L’impulso creativo nello stesso momento coglie la realtà ed elimina il velo che la altera.

Prof. Cristiano Rocchio  

SEGNALI DI VITA

Segnali di vita, espressioni di una necessità. La necessità del cambiamento che prende la forma di uno squarcio nel buio. Sganciandosi dalle regole comuni, Michele Cea traccia la via, indicando come il tempo cambi molte cose nelle nostre esistenze. Attorno le tenebre sembrano dominare la scena ma il gesto di cesura dell’artista marchia indelebilmente la tela in una presa di posizione netta. Il suo compito è quello di liberare la società dalle convenzioni, lasciando così dialogare la parte più intima di sé con l’universo intero.

Prof. Massimiliano Porro